Stefano Calori, oste fondatore della Bissa Scudlèra, ha saputo creare dal nulla il suo locale, dove il nome – bissa scudlèra – sta in lingua piacentina per tartaruga, dandogli un’impronta che affonda chiaramente le radici nella tradizione e nel territorio, senza però il timore di personalizzare i piatti e di proporre qualcosa non propriamente locale. Le ordinazioni le raccoglie l’oste in persona, che sa consigliare anche secondo il suo gusto (Stefano è un golosone!) e con grande simpatia.
Il ristorante è ricavato nella villetta che guarda sul greto del fiume Trebbia e dove l’oste ha passato le sue estati da giovane, fatto che si percepisce nell’approccio molto amichevole che l’oste conserva verso gli avventori. La struttura originaria è anni Sessanta, ma è stata completamente ristrutturata con un gradevole gusto contemporaneo e non stucchevole della tradizione a tutti i costi. E’ dotata di un considerevole numero di coperti esterni dove è bello cenare nelle serate estive sentendo il fruscio dell’acqua che scorre, che d’inverno vengono chiusi con delle vetrate che permettono di mangiare senza perdere la bellezza della natura vicinissima al greto del fiume Trebbia nelle vicinanze.
Il menu, che varia spesso in base alla stagione e all’umore dell’oste, propone sia piatti dell’ortodossia tradizionale senza paura di apportare piccole modifiche, oltre ad alcuni piatti di territorio e un paio di scelte di pesce. L’ambiente è molto informale, non ci sono tovaglie sui tavoli e il vino si può bere, a scelta, nel calice o nello scodellino bianco tradizionale delle antiche osterie piacentine.
L’ultima volta che sono stato abbiamo preso sia salumi piacentini con giardiniera che flan di zucchine con fonduta di grana, ma erano disponibili anche della culaccia con pan brioche, salmone marinato al pompelmo rosa e caprese di mozzarella di bufala con acciughe. Tra i primi ottimi i tortelli con la coda, i pisarei con ragu di capriolo, gnocchi di zucca con scamorza affumicata, noci e radicchio. I secondi variano tra piccola di cavallo, hamburger con cipolle caramellate e rustisana, tagliata di cavallo, o anche filetto di orata e avocado. E’ disponibile anche un piatto di formaggi. Ci sono diversi dolci al cucchiaio tra cui scegliere, anche se la mia scelta è di solito la sbrisolona con la malvasia passita (Stefano dà porzioni enormi).
La cantina è ben fornita e raccoglie il meglio delle etichette locali oltre ad alcune proposte italiane.