Baluardo della gastronomia in un comune di alta montagna e a rischio spopolamento, la Scianza ha ridato da poco un luogo di ritrovo agli abitanti della Val Boreca, che è una valle magnifica e selvaggia, ma anche isolata, a cavallo tra quattro regioni: poco più avanti c’è infatti l’unica strada che dall’Emilia scende direttamente in val Curone (Piemonte), a destra di scende nell’Oltrepo Pavese (Lombardia), mentre la Liguria è appena più a sud. L’artefice della riapertura è Claudia Borrè, sindaco del paese e la cui famiglia gestiva una drogheria tra quelle mura alcuni decenni fa.
La cucina è semplice e fondata sul territorio, che sente l’influenza sia piacentina che ligure.
Quando siamo stati ci sono stati offerti: salumi prodotti dalla casa e formaggi dell’Alto Appennino, maccheroni alla bobbiese con funghi porcini e lasagnette verdi al pesto genovese, poi piccola di cavallo e coniglio alla ligure. Come dolce latte in piedi con lamponi della Val Boreca.
Qualità casalinga, porzioni pantagrueliche. Il vino offerto è quello di produttori locali.
Ottimo luogo per una gita domenicale, magari dopo un trekking tra le meravigliose montagne.